La città tutta è uno splendore, e produce alla distanza di alcune miglia nel cuor della notte l’effetto di un orizzonte raggiante alla levata del sole: chi vi giungesse ignaro della Luminara, la crederebbe tutta in fiamme.
– Giovan Battista Perotti, 1836
Lo scorso 16 giugno, dopo due anni di stop imposti dalla pandemia, si è tenuta in grande stile la tradizione più amata dalla città di Pisa, la festa della Luminara. L’edizione del 2022 ha portato di nuovo sui lungarni la sua magia, illuminando con centomila lumini a cera i ponti e le facciate di 140 edifici affacciati sull’Arno.
Una squadra di più di 160 persone ha lavorato senza sosta, a partire dal primo pomeriggio, per accendere i lumini e assicurarsi che tutto fosse pronto in tempo per la grande serata.
Un ritorno tanto atteso, che ha portato centomila cittadini e visitatori ad affollare le strade principali della città per rendere omaggio a San Ranieri, patrono di Pisa, e godere di un momento che sa di ritorno alla normalità e ripartenza.
Ben prima del tramonto, come d’abitudine, centinaia di persone avevano già riempito le “spallette”, i muretti che costeggiano le rive dell’Arno, per riservarsi i posti migliori da cui godere dello spettacolo finale, quando intorno alle 23 sono stati sparati i fuochi d’artificio dai ponti e da piattaforme galleggianti sull’acqua del fiume. Uno spettacolo di luci e colori di ben trenta minuti, una durata inedita che è andata a compensare l’assenza della tradizionale festa negli scorsi due anni.
Districarsi nella folla dei lungarni, chiusi al traffico per l’occasione, non è sempre facile durante la Luminara. Vale però la pena portare un po’ di pazienza per riuscire a godere della suggestiva scenografia creata dai fuochi e dalle fiammelle.
I “lampanini” (diminutivo di lampana, che nel vernacolo pisano significa “lampada”), posizionati sui telai di legno dipinti di bianco che vengono perciò chiamati “biancherie”, disegnano su finestre, balconi e sagome dei palazzi decorazioni ogni anno un po’ diverse, rendendo unica ogni Luminara.
Quest’anno, per esempio, la facciata dell’Ussero e i profili dell’antica casa-torre dove oggi sorge Palazzo Mosca hanno presentato un nuovo allestimento, mentre Palazzo Blu ha sfoggiato disegni marittimi in tema con le mostre in corso.
Lontano dalla calca dei lungarni, anche la Torre pendente di Piazza dei Miracoli si è vestita a festa, illuminata fino a tarda notte da una luce calda che la faceva quasi somigliare a un “lampanino” gigante.
Camminando per le strade, però, a risaltare di più è stata la voglia tangibile di stare insieme, incontrarsi, rivedersi, passando una serata spensierata in compagnia e godendo della bellezza semplice e antica delle luci.
La storia della Luminara
Non è la prima volta che la festa ha vissuto una battuta d’arresto: la storia della Luminara è infatti strettamente legata alle vicende cittadine pisane.
Celebrata ogni anno la sera del 16 giugno, in occasione della vigilia del patrono della città San Ranieri, la Luminara fu celebrata “ufficialmente” per la prima volta nel 1688, anche se esistono fonti storiche che sembrano attestare la presenza di tradizioni simili sin dal 1337.
L’illuminazione della città era infatti proposta anche in occasione di altri avvenimenti solenni non necessariamente legati al culto del patrono, come ad esempio visite di personalità importanti. Questa tradizione è stata ripresa anche in tempi recenti, con un’edizione straordinaria effettuata il 31 Dicembre 1999 per festeggiare il nuovo millennio.
L’occasione per la prima vera Luminara fu la trasposizione del corpo di Ranieri degli Scaccieri, morto in santità nel 1161, in un’urna più moderna e fastosa nella cappella del Duomo di Pisa intitolata all’Incoronata, per volere di Cosimo III de’ Medici.
Dalla memorabile festa cittadina, secondo la tradizione, ebbe inizio la tradizione triennale di Pisa chiamata prima Illuminazione e poi, nell’Ottocento, Luminara.
Le vicende di questa festa hanno seguito costantemente quelle della città: abolita nel 1867, venne ripristinata nel 1937 in occasione della ripresa del Gioco del Ponte e sospesa durante la seconda guerra mondiale. Si tornò ad allestire la Luminara per la festa di San Ranieri del 1952 e la tradizione durò stavolta fino al 1966. Nel novembre di quell’anno la violenza dell’alluvione provocò il crollo del Ponte Solferino e di lunghi tratti del Lungarno, e si ebbe quindi una nuova interruzione della Luminara, che venne ripresa solo nel giugno 1969.
A queste vicende va ora aggiunta la battuta d’arresto del biennio 2020-2021 causato dalla pandemia, con l’edizione 2022 che segna un ritorno della tradizione più amata dai pisani e non solo.
Si ringraziano l’Istituto Gift e Riccardo R. Alfarano per le fotografie