Il 12 dicembre al Teatro Verdi è in programma il Concerto di Natale del Coro e dell’Orchestra dell’Università di Pisa.
Saranno eseguiti alcuni brani da “Idomeneo, Re di Creta” di Wolfgang Amadeus Mozart e canti della tradizione natalizia.
Dirigono Manfred Giampietro e Stefano Barandoni. Soprano Celeste Nardi, tenore Marco Mustaro.
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti liberi. I biglietti (massimo 2 a persona) possono essere prenotati sul sito http://su.unipi.it/BookingCoroOrchestra dalle 12 del 6 dicembre.
Programma di sala
Wolfgang Amadeus Mozart
da “Idomeneo, Re di Creta”
Ouverture
Godiam la pace coro
Pietà! Numi, pietà! coro
Nettuno s’onori coro
Fuor del mar tenore
Placido è il mar, andiamo coro, soprano, coro
Qual nuovo terrore coro
Eccoti in me, barbaro nume tenore
Corriamo, fuggiamo coro
Oh, oh, oh voto tremendo coro
Scenda Amor, scenda Imeneo coro
Canti della tradizione natalizia
F. Mendelssohn, Hark! The herald-angels sing
Tradizionale francese, Les anges dans nos campagnes
Tradizionale inglese, The first Nowell
F. Gruber, Stille Nacht
A. Adam, Cantique de Noël
Tradizionale inglese, We wish you a Merry Christmas
Introduzione al concerto
Di Fabrizio Cigni, Responsabile scientifico del Polo Musicale “Maria Antonella Galanti” – CIDIC
Mozart si cimentò nell’Idomeneo, re di Creta allorché ebbe la possibilità, nell’estate del 1780 e grazie al conte Joseph Anton von Seeau, allora intendente teatrale del Principe Elettore Karl Theodor, di preparare un lavoro per il Carnevale di Monaco dell’anno successivo. Dopo Salisburgo, era Monaco, col Nuovo Teatro di Corte, che metteva a disposizione del compositore mezzi musicali e vocali fuori del comune. La circostanza fu anche ricca di scambi epistolari di Mozart col padre, che ci forniscono molti dettagli preziosi sul suo modo di lavorare e concepire il teatro musicale. Il libretto, suggerito dal Principe stesso, su un soggetto già trattato da Antoine Danchet a Parigi nel 1712 con la musica di André Campra, fu scritto per l’occasione da Gianbattista Varesco, cappellano di corte dell’arcivescovo di Salisburgo. La storia narrata è successiva alla guerra di Troia: Idomeneo, re di Creta, durante il viaggio di ritorno è assalito da una tempesta. Per aver salva la vita, offre in sacrificio a Nettuno la prima persona che incontrerà sull’isola: questa sarà il figlio Idamante. Straziato dal conflitto tra devozione religiosa e amore paterno, Idomeneo sceglie di non adempiere al voto e Nettuno per vendetta invia sull’isola un mostro portatore di morte e distruzione. Scoperto il segreto del padre, Idamante sconfigge il mostro ma si offre come vittima sacrificale, e così fa anche Ilia, figlia di Priamo, prigioniera di guerra e innamorata di Idamante.
Il loro amore smuove Nettuno, che obbliga Idomeneo ad abdicare in favore di Idamante, che sposerà Ilia e regnerà felice su Creta.
Il librettista ridusse, non senza squilibri, il numero dei personaggi e gli atti della tragedia, modi- ficò il finale, che nell’originale si concludeva con la morte di Idamante, e nel nucleo mitologico inserì vicende sentimentali di affetti incrociati, che ad esempio giungono fino all’odio vendicativo nel personaggio di Elettra, innamorata anch’ella di Idamante. La riduzione degli aspetti fiabeschi e l’esito celebrativo del finale si adeguavano forse troppo alla tradizione italiana di stampo meta- stasiano, ma Mozart trasformò un testo un po’ ingessato in un capolavoro: aveva solo 25 anni.
Il concerto di stasera propone i nove splendidi brani corali con cui il compositore volle sottoli- neare momenti di volta in volta lieti, spaventosi, sereni, drammatici e trionfali della vicenda. Parti- colarmente rappresentativi sono il coro dei naufraghi (Pietà! Numi pietà!), diviso in una sezione vicina e in una lontana, mentre l’orchestra imita venti e onde del mare, e il blocco finale dell’atto secondo (Corriamo, fuggiamo, quel mostro spietato), con i due cori divisi dal recitativo di Idomeneo; oppure l’intervento della folla che accoglie la notizia che Idomeneo dovrà uccidere Idamante. Il coro dall’Atto secondo (Placido è il mar, andiam) racchiude anche l’intervento solistico di Elettra, soprano, ancora speranzosa di unirsi al figlio del re (Soavi zeffiri soli spirate). Una funzione più decorativa, ma non meno sublime musicalmente, hanno invece gli eleganti cori di gusto “fran- cese” del primo Atto (Godiam la pace, Nettuno s’onori) e del terzo (Scenda amor), con cui si chiude festosamente l’opera. Gli interventi solistici del tenore ci faranno ascoltare due magnifiche arie dal secondo Atto (Fuor del mar ho un mar in seno e Eccoti in me, barbaro Nume), entrambe calate nel clima di tempesta: nella prima Idomeneo, parlando a se stesso, vi trova un parallelismo col pro- prio tumulto interiore, nella seconda l’allocuzione a Nettuno gli consente di estrovertere gli stessi sentimenti contro la divinità.
La seconda parte della serata sarà dedicata – come da tradizione – ai canti natalizi, sia classici che popolari, ciascuno rappresentativo di usi nazionali che vanno dalla Francia alla Gran Bretagna, dalla Germania all’America. Sull’onda di queste musiche, molte delle quali familiari ai più, il Coro e l’Orchestra dell’Università di Pisa augurano a tutte a tutti un Buon Natale 2024.
Info e Contatti:
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