Dalla pandemia alla lode: il racconto di Sara

Sara Allegrini, neolaureata in Scienze e Tecniche di Psicologia Clinica e della Salute, ci racconta la sua esperienza

Sono Sara, ho 23 anni e sono la prima di cinque fratelli. Sono nata a Pisa ma cresciuta un po’ “a giro per il mondo”, come direbbero qui.

All’Università di Pisa ho frequentato la triennale di Scienze e Tecniche di Psicologia Clinica e della Salute, e alla fine dello scorso settembre mi sono laureata online, invitando a casa alcuni tra gli amici più stretti, per vivere insieme ai miei affetti il momento della discussione e della proclamazione.

Qualche giorno fa, durante la Cerimonia di consegna delle medaglie ai laureati con lode del 28 maggio, ho finalmente festeggiato “in presenza” il risultato raggiunto.

La scelta di intraprendere questo percorso di studi mi è balenata in testa durante l’ultimo anno di superiori, quando per una serie di situazioni personali mi sono resa conto che volevo davvero cercare di aiutare le persone a sentirsi più “protagoniste” delle proprie vite. Oggi sono una fuori sede nella umida Padova e studio Psicologia Clinica dello Sviluppo, un modo molto complicato di dire che un giorno vorrei lavorare con bambini e adolescenti.

Ho frequentato la triennale a Pisa perché avevo piacere a continuare a vivere la mia città e a conoscerla dal punto di vista universitario, e mi attraeva l’impronta scientifica e neuropsicologica che l’Ateneo dà alla mia disciplina.

Non è stata sempre una passeggiata, il mio corso di laurea è relativamente giovane (è stato aperto una decina di anni fa). La città, però, è sempre stata davvero “a misura di universitario”, e in questi tre anni ho avuto modo di conoscere professori estremamente formati e competenti e colleghi che mi hanno accompagnato e sostenuto per tutta la durata di questo percorso.

La chiusura causa Covid è stata molto pesante. Di fatto, ho potuto vivere a pieno soltanto un anno e mezzo della mia triennale. Le lezioni online sono state efficaci dal punto di vista didattico, ma non sono riuscite a rendere l’essenza dell’esperienza universitaria, fatta di incontro e di ascolto degli altri…Soprattutto in un corso di studi come il mio!

Sara Allegrini e Giada Salvadori, laureate con lode Unipi, durante la Cerimonia della consegna delle medaglie dello scorso 28 maggio

Per la cerimonia sono rientrata da Padova con due amici, come me invitati alla cerimonia.

Mi hanno accompagnata il mio ragazzo (anche lui laureato con lode a giugno 2020, ma nel pieno dell’emergenza sanitaria la cerimonia in quella sessione non si è tenuta) e un’amica, collega di triennale e ora anche coinquilina in quel di Padova.

Tornare a Pisa e rivedere alcuni dei miei colleghi della triennale è stato veramente emozionante: non avevamo ancora mai avuto occasione di festeggiare dal vivo questo primo traguardo, e il laurearsi online non ci aveva permesso di vivere insieme un momento sicuramente molto importante per tutti noi.

Durante la cerimonia, prima della consegna delle medaglie, il prorettore e il direttore del dipartimento hanno tenuto un discorso. Ho apprezzato molto il consiglio finale del prorettore vicario, che ci ha esortato a ricordare sempre che “qualunque carriera scegliamo, nella vita c’è molto altro da fare”. Ha sottolineato quanto sia importante “l’uscire nel mondo”, senza mai limitarci a una formazione teorica e sterile, ma concretizzarla e metterla al servizio degli altri, nei più diversi contesti di vita. Ha ricordato anche l’importanza dei nostri affetti più cari e del mantenere vive in noi passioni e interessi, ricordando quanto questi elementi siano stati fondamentali negli ultimi due anni di pandemia.

Nel complesso, la giornata è stata una bellissima occasione per incontrare e salutare persone che hanno condiviso un percorso di ben tre anni insieme me, vivendo insieme anche i momenti più difficili ed impegnativi che questi ultimi due anni di pandemia hanno comportato.

E la medaglia che mi è stata consegnata, ricordo di questa giornata, ora fa bella mostra di sé nella mia camera accanto all’immancabile cappello da matricola che ogni pisano DOC custodisce con fierezza.


Si ringrazia Sara Allegrini per averci inviato il racconto della sua esperienza

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