“Randagi” di Marco Amerighi tra i finalisti del Premio Strega

Nato e cresciuto a Pisa, Amerighi ha conseguito laurea e dottorato in Lingue all'Unipi

Marco Amerighi si è guadagnato un posto tra i sette finalisti del Premio Strega 2022 con il suo romanzo Randagi. Nato a Pisa nel 1982, si è laureato nel nostro Ateneo in Letteratura spagnola e ha conseguito un dottorato in Letterature straniere moderne. Ora Marco vive a Milano, dove lavora come traduttore, editor e ghostwriter per varie case editrici.

Il suo libro d’esordio Le nostre ore contate, pubblicato nel 2018 con Mondadori, ha vinto il Premio Bagutta Opera Prima. Il romanzo è ambientato in un paesino toscano rurale, Badiascarna, e narra la vicenda del quattordicenne Sauro dal 1985 sino a un presente attraversato da inquietudini.

Randagi (Bollati Boringhieri), il suo secondo romanzo, è presentato da Silvia Ballestra:

«I randagi di Marco Amerighi sono cuccioli, e poi giovani cani sciolti, alla ricerca di sé in un peregrinare tra amori e luoghi nel tentativo di sfuggire a famiglie, seppur presenti, spesso esplose. È il racconto di una generazione che diventa grande secondo i riti classici – studio, passioni, promesse, delusioni, amicizia, amore, sesso, lutti, scandali, dolore – e fatica a fare i conti con padri, quando non gaglioffi, sicuramente inadeguati. Vale per il protagonista Pietro Benati, giovane uomo quieto e perbene (ma anche per il fratello maggiore Tommaso) e per i due incasinati coetanei, Dora e Laurent, che diventeranno compagni del suo girovagare tra Pisa e Madrid. Sullo sfondo, la cronaca, appena accennata ma incombente nella sua violenza e perenne minaccia, racchiusa tra le botte ai ragazzi che hanno aperto gli anni Duemila e i terribili attentati terroristici nelle città. Randagi è, in questo, davvero una storia in grado di cogliere l’essenza di un tempo e dei giovani che, impotenti e spaesati, lo hanno abitato. Personaggi memorabili e una lingua bella e tornita, quella di Amerighi, che con misura e sapienza ci regala echi luminosi e ironici di toscanità anche classica. Un romanzo importante, libero, vitale, caratterizzato da un’affabulazione felice e trascinante, ricca e compiuta.»

È un’opera che incrocia i generi, dalla saga familiare alla letteratura di viaggio per comporre un affresco vivace della società contemporanea, illustrando con tinte vivaci e una commistione di generi, dal tragico al comico, i suoi miti e le sue nevrosi.

La trama del libro
Randagi racconta la vita dello sconclusionato Pietro Benati che si affaccia all’età adulta, seguendo la sua evoluzione dagli anni del liceo a quelli dell’università in un arco temporale che va dagli anni Novanta ai primi anni Duemila. Spinto dal fratello Tommaso, ragazzo-modello che sembra avere una vocazione naturale per il successo, il protagonista parteciperà a un progetto Erasmus che darà una svolta alla sua statica vita. La destinazione è Madrid, dove Pietro conoscerà il francese Laurent, giovane solitario e indeciso come lui, e l’affascinante Dora della quale si innamorerà perdutamente. Questo bizzarro terzetto diventa l’emblema di una generazione fluida e consapevole, che spesso perde la rotta ma è stanca di preoccuparsi del futuro. Sono una famiglia di “randagi” che stanno insieme per scelta, e non per convenzione sociale, esseri eternamente in fuga che assistono implacabili al crollo di ogni illusione. In loro è facile riconoscersi e specchiarsi, ma ritrovare anche molte delle persone che ci circondano amici, parenti, compagni di viaggio.

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